La prima volta che ho letto questo articolo, sull’equilibrio (quasi) paradisiaco tra lavoro e maternità in Francia, ho guardato il titolo per un poco. Credo sia stato perché il mio italiano ormai atrofizzato lega la parola conciliazione solo alla metro rossa di Milano, e poi perché ‘passeggiata’ vicino alla parola mamma e lavoro è proprio un’iperbole coraggiosa. Io, dopo molte riflessioni, portate avanti in innumerevoli tragitti asilo lavoro casa, ho un mio punto di vista preciso. Un equilibrio facile – la passeggiata – si avrebbe solo con una bella App che ci consenta di fare fermo immagine quando necessario e di traslarci da un universo all’altro. Tipo, facciamo che sei in riunione e ti chiamano da scuola perché il bimbo sta proprio così male che devi correre a riprenderlo. Zac! Fermo immagine!, e tu saltando anche le mezz’ore di metro sei lì a coccolare il pargolo, mentre la riunione la puoi riprendere dopo – facendo pure flash forward sui momenti inutili. O viceversa, il bimbo si sveglia dal riposino proprio mentre attacchi il punto più ostico di quell’idea che volevi proprio scrivere… Rewind! e ti guadagni un’ora di lavoro nel weekend che ti farà iniziare la settimana in pace interiore. E poi, il mio Add-On preferito, quello che fa fare Fermi Tutti! sia al mondo di mamma, di lavoratrice e di moglie e ti trasla per una settimana in una piscina calda in mezzo alle montagne, tu sola con i tuoi pensieri. Fino alla comparsa di tale software io non me la sento di parlare di passeggiata, ma di sopravvivenza, più facile e piacevole in certi giorni e meno in altri.
Detto questo, so di essere ben privilegiata ad essere mamma lavoratrice a Parigi. I benefici di cui parla l’articolo citato sopra esistono tutti, anche se molti hanno (giustamente) dei limiti di reddito che, a volte, tendono a spingere le donne a non volere avanzamenti di carriera per non privarsene. Per esempio i 900 euro alla nascita del bimbo vengono dati a famiglie con reddito lordo pari a due volte il salario minimo nazionale. Avere un posto all’asilo nido non è proprio un diritto universale ‘easy’ come lo descrive l’articolo, ma è vero che a Parigi, credendoci forte, un posto non è impossibile, e soprattutto gli asili comunali sono aperti 11 ore al giorno, e non 6 come quello della mia amica italiana. Però, nella mia esperienza, ci sono due altri aspetti che io, bimamma che lavora a tempo pieno e a volte viaggia, trovo certamente più importanti.
E’ davvero poco complicato assumere legalmente qualcuno, lo si fa online!, e tutte le spese (cioè salario e contributi sociali) sostenute per ‘impiegare’ una persona che lavora ‘a casa tua’ (babysitter, donna delle pulizie, ma anche es. maestro di musica), vengono detratte al 50% dalle tasse. Questo per me è un aiuto fantastico, che serve alle famiglie per organizzarsi, ma anche alle persone che fanno questi lavori per non essere sfruttate, e sentirsi bene e protette nel lavoro che fanno. Fino ad ora, e dopo aver fatto esperienza con almeno 4 persone diverse, una delle quali è stata anche in maternità e poi ha scelto di non continuare, non sono mai dovuta andare in un ufficio, né per gestire le loro pratiche né per le tasse, ma ho sempre sbrigato tutto online. E non mi pare poco.
(Anche grazie a quanto sopra) Avere figli e lavorare è la scelta più diffusa. Tra le mie colleghe ce ne sono tante con 2, 3 e persino 4 figli. Alcune hanno sempre continuato a lavorare, alcune hanno smesso un po’ o si sono messe part time e poi hanno ripreso. Ho tanti colleghi uomini con 3 figli, la cui moglie lavora, o, per la generazione precedente, che sono padri di mamme lavoratrici. Questo crea, a mio parere, un sentire comune in cui tutti sono abituati a gestire queste cose e non la vedono come ‘L’Eccezione’. Mio marito non viene guardato come un alieno se in una qualche riunione partecipa al telefono perché l’asilo è in sciopero e io dovevo essere in ufficio. Io non imputo qualsiasi difficoltà lavorativa all’equilibrio casa famiglia, visto che il mio capo, donna, ha pure 2 figli più di me. Poi, non siamo nell’Eden, gli str… esistono ovunque, le statistiche dicono i salari femminili sono di circa il 15% inferiori a quelli degli uomini, ma come donna lavoratrice e marito di donna lavoratrice non ti senti necessariamente additata come l’animale raro da mettere in una teca o abbattere per non dar fastidio.
Si potrebbero dire altre cose – per esempio che la maternità obbligatoria è meno lunga, ma più flessibile nel tempo (il che per me è un bene), e che il rientro part time è in qualche modo incentivato. Poi, capiamoci, si lotta sempre contro le 24 ore, e io auspico sempre l’arrivo della App di prima, ma il percorso è meno impervio e fangoso che altrove, e ci sono molti più sentieri aperti.
[Solo un briciolo di statistiche a complemento, i dati trovati sono del 2008. In quella data, in Francia, l’84% delle donne tra i 25 e 49 anni lavorava. Tale percentuale diventata 83% se la donna aveva almeno un bimbo di meno di 3 anni, 64% con due bimbi, e 43% con 3 bimbi. Cioè, tra le donne che avevano tre figli, di cui almeno uno sotto i tre anni, quasi una su due lavorava. Quando i tre bimbi erano sopra i 6 anni, la percentuale tornava al 75%. I dati sono qua. Non ho trovato statistiche italiane sulle stesse fasce di età, ma è dato conosciuto che l’impiego femminile in Italia sia del circa 25% più basso di quello francese e che allo stesso tempo, il tasso di natalità sia comunque superiore in Francia]Anna, Francia
Ha collaborato con Amiche di Fuso da giugno 2014 ad agosto 2016
questo e’ molto interessante
qui in USA per quel che ho potuto vedere la situazione e’ ben diversa….
– la maternita’ e’ di 6 settimane (in tutto)
– l’asilo comunale e’ solo per i bambini con 5 anni compiuti (al primo settembre), prima e’ tutto facoltativo e’ privato.. e i costi sono molto alti, parliamo di 1000 dollari al mese per un orario 9-14:30 (ma i costi possono salire molto di piu’)
quello che vedo e’ che molte mamme si mettono momentaneamente a fare la mamma, magari pure qui fanno 3 o 4 figli, tutti vicini di eta’, e poi ricominciano a lavorare quando i figli sono piu’ grandi e vanno a scuola
Sai, io in Francia scalpito sempre un bel po’, perchè comunque mi sento più anglofona e anglofila. Poi pero’ confronto gli incentivi per neomamme e mi sa che restero’ qua almeno fino all’inizio della scuola dell’obbligo ( e fucosi’ che resto fino alla pensione 😉 )
Ciao Anna,
complimenti per l’articolo. Interessante notare le differenze tra Parigi e la Provenza… io vivo a Aix-en-Provence dal 2004 e ho notato, come te, che le francesi lavorano quasi tutte. Tuttavia le mamme che conosco (non poche, con 3 figli in età scolare 😉 hanno tutte contratti part-time (50-80%). Non ho ancora incontrato donne in carriera, ma forse il fenomeno è molto più diffuso a Parigi – non ho statistiche alla mano e mi baso solo sull’esperienza personale. Quasi tutte, inoltre, non lavorano il mercoledì e sono costrette a fare salti mortali durante i lunghi periodi di vacanza (2 settimane ogni 6 settimana di scuola, come è noto).
Insomma, la vedo dura anche qui :-))
Riguardo la possibilità di assumere delle assistantes maternelles sono d’accordissimo con te – io stessa ne assunsi una – bravissima e professionale, niente a che vedere con le “classiche” baby sitter – che si occupò di mia figlia fino ai 3 anni… E si trovano con estrema facilità, sia in rete che tramite passaparola.
Insomma, da quel che vedo tutti i giorni è vero che le francesi hanno molta più facilità a reinserirsi nel mondo del lavoro dopo la gravidanza, ma mettendo (un po’) da parte la “carriera”…
Questi… i miei due cents 😉
A presto, spero!
Barbara da Aix-en-Provence
Grazie Barbara. Sai, Aix è una delle nostre destinazioni folle, nel senso che eiste anche un’idea di venire a stare li e fare i pendolari (non ogni giorno ovvio) su Parigi. Vedremo, magari l’anno prossimo facciamo un salto a esplorare. Verissimo che molte mamme hanno part time. io son full time ma molto flessibilie (nel senso che magari lavoro la notte ma poi posso uscire presto o assentarli mezza giornata), il che mi rende la vita più facile. Sulle vacanze io adoro il fatto che alla maternelle ci sia semore il centre de loisir ma ammetto che ignoro se esista anche dopo.
Poi lungi da me voler dire che lavorare e fare la mamma sia facile, ANZI! Solo vedo che in francia almeno si prova ad aiutare donne e partià, mentre altrove meno. Sicuramente l’esempio delle mie colleghe mi ha favorito il ritorno al lavoro dopo le maternità. Vale qui delle amiche che in Svizzera è persino peggio, per cui anche alla svizzera , magari ci pensiamo fra qualche anno .
Salutami il sole, qua oggi è tutto grigio 🙁
Baci
Anna
Ciao Anna, inutile dirlo, se passi da queste parti batti un colpo… 😉
Barbara